Bano attacca la “parcella” pubblica di Claudio

 


IL GAZZETTINO Online: il quotidiano del NordEst.
In attesa che arrivi il fatidico 23 dicembre, giorno d’udienza per il ricorso che un gruppo di cittadini ha presentato per la presunta non candidabilità al terzo mandato consecutivo del sindaco Luca Claudio, sale la polemica sul fatto che le spese legali del primo cittadino siano a carico del Comune (in foto l’aula consiliare), quindi di tutti i residenti. Addirittura un fatto illegittimo per Gian Pietro Bano (Cittadini): «Non vedo proprio cos’abbia da dire il Comune in questa vicenda che riguarda il candidato sindaco Luca Claudio, i ricorrenti e il giudice che dovrà dire se era candidabile o meno. Il Comune è un soggetto terzo. Claudio si dichiara tranquillissimo e non si vede allora perché debba affidarsi a un luminare come il professor Cintioli. Come privato può farlo benissimo ma come amministratore pubblico ha il dovere della parsimonia. Non mi sembra che ci sia stata». Di oltre 20 mila euro la spesa approvata dalla giunta per la difesa Comune, con il sindaco che ha deciso di farsi rappresentare in giudizio dallo stesso legale, appunto Cintioli, scelto dall’ente locale. Claudio e il Comune hanno anche proposto assieme un unico controricorso. «E se succedesse che il Tribunale non consentisse al Comune di Abano di costituirsi in giudizio? Credo che ci sarebbero delle responsabilità a carico di chi ha firmato gli impegni di spesa». Il Comune ha motivato la necessità di costituirsi in giudizio con la necessità di difendere i propri organi che hanno convalidato l’eleggibilità di Claudio. «Mi viene quasi da ridere. Nella seconda seduta del consiglio comunale mi è stato comunicato che ero incompatibile come consigliere per non aver rimborsato i gettoni percepiti per le riunioni della conferenza capigruppo. In quella vicenda il Comune mica si è mosso per tutelare i suoi organi che hanno convalidato la mia candidatura. Lo faccia per tutti o per nessuno allora». Bano conclude affermando che c’è giurisprudenza abbondante che prova che il Comune non avrebbe dovuto entrare in giudizio per sostenere le spese legali del candidato sindaco Luca Claudio.

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